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domenica 24 marzo 2013

Un'altra settimana


Una settimana di tutto rispetto, piena di avvenimenti che, tuttavia, non riescono a riempire la storia, ma annaspano nella cronaca. O forse no.
  • Papa Francesco
    , novello paladino degli italiani orfani di leader ed ideologie, continua a tenere banco parla di "tenerezza", "umiltà", "povertà". Lancia le parole d'ordine del nuovo ordine ed assume a pieno titolo il ruolo di front man della chiesa, mentre per lo intanto i capi Dicastero rimangono sempre gli stessi e lo Ior continua nel suo silenzioso, quanto remunerativo, percorso. Intanto incontra il suo predecessore, Papa Emerito, e mostra al mondo un bianco che più bianco non si può.
  • Nel Parlamento sono stati nominati i capigruppo, il tutto con rigoroso strombazzo di novità autocelbrante. Si segnale il capogruppo del PD alla Camera. Tale sig. Speranza (che più che un capogruppo, sembra un augurio che il PD ha fatto a se stesso: "Io speriamo che me la cavo)
  • Napolitano
    ha fatto le sue consultazioni ed, dopo aver preso tanti appunti (ed aver pure inghiottito le innumerevoli 'stronzate' del sig. Crimi, capogruppo al Senato del Movimento 5 Stelle), ha deciso saggiamente di non decidere e prendere tempo, dando un mandato senza mandato a Pierluigi Bersani, con lo scopo di verificare la possibilità di una maggioranza (della serie: "E mo' so' cazzi tua. Vedemo che sei capace de fa'")
  • I due Marò dovevano rimanere in Italia (con conseguente evasione "di Stato"), ma poi il Governo Indiano si è incazzato, ha praticamente dato l'obbligo di dimora all'Ambasciatore Italiano, e il nostro Ministro degli Esteri è stato costretto a rimandare i due connazionali in India. Morale: se prima facevamo ridere i polli, non è che ora stiamo tanto meglio: violiamo gli accordi e poi siamo costretti a tornare indietro sui nostri passi (senza neanche il tanto invocato 'arbitrato internazionale' che almeno ci avrebbe consentito, formalmente, di salvare la faccia); almeno Berlusconi, ai suoi tempi, provava (senza riuscirci) ad essere simpatico; ora proviamo a fare i "furbi" e non ci riusciamo tanto bene
  • Cipro è sull'orlo del fallimento
    , avendo la colpa di avere un sistema bancario troppo grande in relazione alla propria economia e subendo i contraccolpi della crisi Greca. L'isola ha un buon rapporto debito/Pil, ma le mastodontiche banche (mastodontiche perché favoriscono il riciclaggio di denaro non troppo pulito, pare) hanno subito troppe perdite a causa della crisi del debito sovrano greco. Lo stato vorrebbe aiutarle, ma dovrebbe aumentare (in termini relativi) il proprio debito pubblico eccessivamente. In tutto questo l'Europa, per intervenire, chiede una specie di super-patrimoniale sui conti correnti, e giù con le proteste e gli scontri di piazza.
  • Roma è stata attraversata da due opposte manifestazioni
    . Una, del PDL, contro i giudici e a favore dell'intoccabilità del santo guaritore nostrano (leggi, Silvio Berlusconi); l'altra, di Micromega e di Floris D'Arcais, per l'applicazione di una "antica" legge italica sull'ineleggibilità dei concessionari pubblici e per ottenere la decadenza "d'ufficio" di Berlusconi dalla carica di Senatore. Le due piazze sono incomparabili per numeri (inondata quella del PDL, semi deserta quella di Micromega), il tutto con una bella iniezione di fiducia circa le meravigliose sorti e progressive che il popolo italiota apparecchia a se stesso.
Mi fermo un attimo a riflettere e mi rendo conto che, in mezzo a tutti questi avvenimenti, non ce n'è nessuno capace di dare un minimo di speranza sulla possibile fine della crisi e delle difficoltà del quotidiano affannarsi (anzi, Banca d'Italia e FMI ricordano il -7% del PIL italiano dall'inizio della crisi, e temono che l'instabilità politica possa compromettere anche la debolissima ripresa prevista per la fine dell'anno).
Mi sa che, oggi più che mai, sarebbe opportuno citare il buon Tonino Guerra: "L'ottimismo è il profumo della vita..."


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